Della compressione ne abbiamo parlato in molti articoli, ma senza mai andare troppo nel dettaglio. Più che altro l’abbiamo spiegata nelle nostre guide sul mix e mastering, insieme agli altri elementi fondamentali per produrre un pezzo.

Oggi invece ci concentriamo proprio sulla compressione. Che cos’è?

La compressione lavora riducendo il livello delle parti più cazzute del tuo mix – i picchi che vedi quando guardi la forma d’onda. Rendendo questi picchi più morbidi (cioè riducendo il gain), riduci la gamma dinamica complessiva – cioè la differenza tra le sezioni più forti e quelle più scialle di una canzone.

Praticamente ogni compressore funziona allo stesso modo, aldilà della DAW.

Soglia e rapporto: La soglia è il punto di attacco della compressione, mentre il rapporto specifica quanta riduzione di gain viene applicata. Questi due controlli sono strettamente connessi. Una soglia bassa con un rapporto alto causerà molta compressione e risulterà in un suono piuttosto schiacciato e bello piatto, mentre una soglia alta e un rapporto basso produrranno il tipo di suono cristallino che vuoi durante il mastering.

Attack e Release: L’attacco determina quanto velocemente il compressore inizia a lavorare una volta che il segnale supera la soglia impostata, mentre il rilascio determina quanto velocemente deve smettere di lavorare dopo che il segnale scende sotto la soglia.

Make-Up Gain: Questo parametro ti permette di aumentare il segnale compresso, consentendoti di riportare la tua traccia al suo livello di partenza, anche se ora è in una gamma dinamica compressa o ridotta. Il risultato finale è che tutto suona non solo più forte e incisivo, ma anche più coerente.

La compressione è una questione di soglia

La soglia è il punto in cui il compressore entra in azione.

Se impostiamo la soglia a -24db, il compressore non influenzerà tutto ciò che sta sotto quei decibel.

Non appena il suono raggiunge i -24dB, il compressore entra in azione e riduce il volume.

Se imposti la soglia troppo bassa, l’audio sarà compresso per tutto il tempo e suonerà innaturale. A volte questo può andar bene, ma nella maggior parte dei casi non va AFFATTO bene.

Di solito usiamo un compressore per abbattere i picchi più alti e rendere la traccia più coerente come volume. Quindi regoliamo la soglia in modo tale che il compressore entri in funzione solo quando la nostra registrazione raggiunge quei picchi.

Ovviamente se imposti la soglia troppo alta, il compressore non farà una mazza!

compressione mix e master

La compressione può anche ampliare la dinamica di un suono!

Si può usare la compressione per aumentare la dinamica di un suono, non semplicemente per diminuirla.

Questo può essere fatto impostando una soglia molto bassa e un attacco molto, molto lento. In questo caso, il compressore reagirà a tutto il segnale.

Immaginatevi una grancassa. Hai il punch che è arriva quando il battitore colpisce la cassa e la risonanza sostenuta della cassa. Immagina di far passare la nostra grancassa attraverso un compressore e di impostare la soglia così bassa da agire non solo sul punch ma anche su quel suono sostenuto di cui parlavamo prima. In questo caso, staremmo effettivamente riducendo l’intero suono della cassa.

Ma il punch della grancassa è molto veloce, quindi immaginiamo ora di impostare l’attacco del nostro compressore così lento che arriva a malapena a scalfire il nostro punch. Così facendo agiamo più che altro sul suono risuonante e sostenuto prodotto dal battitore.

In questo modo stiamo pompando il punch della grancassa. Così possiamo aumentare la nostra gamma dinamica piuttosto che diminuirla. A seconda di come impostiamo il compressore e del tipo di compressore che stiamo usando, possiamo rimodellare la batteria per avere un attacco esagerato ma più “rotondo”, o un attacco esagerato più spigoloso.

Non dimenticarti di impostare il decay in fase di compressione

Il decay è il tempo che il compressore impiega per disinnescarsi.

È l’esatto opposto dell’attacco.

Una volta che l’audio scende di nuovo sotto la soglia, il decay è il tempo necessario al compressore per riportare l’audio al suo volume normale.

Il tempo dii decay è importante quanto il tempo di attacco.

Devi fare attenzione – se il disinnesco del compressore è troppo veloce, l’audio suonerà molto innaturale. Se è troppo lento, il compressore non si spegnerà mai!

Il modo migliore per regolare il tempo di rilascio è quello di regolarlo fino a quando l’audio si sente bene con il ritmo e il tempo della canzone.

Non c’è un’impostazione esatta che vada bene per ogni canzone o strumento.

Usa le tue orecchie e fidati di loro.

Se il suono è innaturale o strano, modifica il tempo di rilascio con l’intera canzone (non con la traccia in solo).

Inizia intorno ai 60ms e lavora da lì.

compressione mix e master

Compressione di delay e reverb

Il riverbero e il delay sono processi intrinsecamente ritmici perché si basano interamente sul tempo. Quando impostiamo il nostro riverbero o il nostro delay, cronometriamo la coda del nostro pezzo per dare un tocco finale coerente con la sensazione creata dal resto della canzone.

Immaginiamo di avere una parola alla fine della frase a cui stiamo applicando il delay.

Potremmo voler sentire il ritardo ripetersi in modo udibile per riempire lo spazio fino alla frase successiva. Se il decadimento del delay è perfettamente lineare potremmo sentire chiaramente la prima eco, ma la seconda potrebbe essere bassa, e quando arriveremo alla terza sarà quasi inudibile. Potremmo estendere la coda del delay, ma allora gli echi potrebbero estendersi alla frase seguente.

Cosa facciamo? Comprimiamo il ritorno del delay in modo che gli echi più silenziosi vengano fuori, mentre la lunghezza complessiva della coda rimanga la stessa. Questo concetto si applica anche al riverbero. Possiamo comprimere il ritorno del riverbero in modo da mantenere il suono dell’ambiente pieno, ma senza che esso ristagni troppo alla fine delle frasi. Questo è particolarmente vero quando vogliamo riverberi molto brevi come quelli delle stanze “naturali” presenti sulle voci.

Mai sentito parlare di compressione multibanda?

Mentre un compressore standard per il mastering elabora l’intera traccia come un unico suono, un compressore multibanda suddivide lo spettro di frequenza in diverse bande e ti permette di comprimere o espandere ognuna di esse in modo diverso. (L’espansione è l’opposto della compressione; abbassando il livello dei segnali più soft, aumenta piuttosto che diminuire la gamma dinamica).

Poiché è più discreta e sottile della compressione tradizionale, la compressione multibanda può essere un ottimo strumento di mastering, usato per tutto, ad esempio per attenuare dei piatti troppo forti a lavorare su una gamma bassa senza influenzare il resto della traccia.

Come per ogni altro tipo di processo di masterizzazione, la compressione multibanda può dare risultati straordinari se fatta correttamente, ma può anche avere un impatto negativo sul tuo mix se esageri o la applichi in modo sbagliato. Per esempio, assicurati di impostare lo stesso (o almeno simile) rapporto in tutte le bande interessate o corri il rischio di rendere il suono squilibrato.

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Luca Oliveri

Mi chiamo Luca Oliveri, sono un Producer / Compositore.
Aiuto artisti, producer e musicisti a realizzare i propri progetti musicali, offrendo consulenze ed offrendo servizi di produzione musicale, mix e mastering audio.

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