Diritto d’autore: Come funziona il copyright nella musica

Come e quanto si guadagna con la musica? Se questa domanda non ti lascia dormire la notte, perché il tuo unico sogno è quello di diventare un artista affermato in campo musicale, forse dovresti conoscere come funzionano i diritti d’autore.

Grazie a questo strumento non solo i compositori e gli autori hanno la possibilità di guadagnare dal deposito di “un’opera dell’ingegno”, ma vengono anche tutelati. I diritti d’autore infatti sono nati proprio per questo scopo, ovvero definire la paternità di un’invenzione artistica per tutelarne il creatore.

Che tu sia un emergente, o un artista già avviato, è fondamentale capire i meccanismi che regolano l’industria musicale, soprattutto se non hai un’etichetta discografica.

Quindi oggi parliamo un po’ di numeri e di come funzionano copyright e remunerazioni provenienti dalla musica. Mettiamo quindi via il microfono o le cuffie, prendiamo la calcolatrice e scopriamo il magico e misterioso mondo dei diritti d’autore.

In musica il diritto d’autore non è solo una prova della proprietà intellettuale di una canzone, ma racchiude al suo interno diversi aspetti, come:

• Diritti Esclusivi di utilizzazione economica di un’opera (diritti patrimoniali)

• Diritti Morali a tutela della personalità dell’autore

Dei diritti patrimoniali ce ne occuperemo tra poco – c’è molto da dire -, per quanto riguarda la parte morale invece, capiamo subito di cosa parliamo.

Questo diritto appartiene solo e per sempre all’autore dell’opera, o almeno, fino a 70 anni dalla sua morte, dopo di che diventerà di pubblico dominio. Nasce automaticamente con la creazione e il deposito dell’opera e sono assicurati dalla legge a difesa della personalità dell’autore. Inoltre essi si conservano anche dopo la cessione dei diritti di utilizzazione economica.

Per questo motivo, nonostante la maggior parte dei grandi artisti siano sotto una casa discografica, sono sempre loro i titolari delle canzoni. Questo perché con i diritti morali gli artisti guadagnano anche:

• Diritto alla Paternità dell’opera (cioè il diritto di rivendicare la propria qualità di autore dell’opera);

• Diritto all’Integrità dell’opera (cioè il diritto di opporsi a qualsiasi deformazione o modifica dell’opera che possa danneggiare la reputazione dell’autore);

• Diritto di Pubblicazione (cioè il diritto di decidere se pubblicare o meno l’opera).

Per ottenere i diritti su un’opera occorre dichiarare e dimostrare di essere stati i creatori della stessa.

Se hai un contratto discografico, non c’è assolutamente nulla che dovrai fare, se ne occuperà l’etichetta stessa. Se invece sei più un artista alla “Chaser the Rap”, ci sono diversi modi per tutelarsi. Quello che conterà in questo caso è poter dimostrare la data certa della propria creazione.

In questo senso si può procedere tramite: notaio, raccomandata A/R, PEC, firma autenticata oppure legarsi a una PRO, ovvero le Performing rights organizations.

Questa è la scelta più utilizzata, perché permette non solo di vedersi riconoscere la paternità della canzone, ma di ottenere anche tutti i diritti connessi. In Italia la PRO più importante è la SIAE, anche se negli ultimi tempi ha acquisito popolarità anche Soundreef.

Queste sono società di gestione collettiva dei diritti d’autore, nate apposta per tutelare i creatori, assicurandogli un compenso ogni volta che un’opera musicale viene utilizzata. Inoltre si occuperanno anche di raccogliere i guadagni e distribuirli al creator.

Finalmente parliamo di cash! Pronto a conoscere in quali modi si guadagna con i diritti d’autore?

Dal momento in cui un’opera dell’ingegno è stata depositata, si acquisteranno anche i diritti di utilizzazione economica, come ad esempio:

• Diritto di Diffusione: tramite la diffusione dell’opera a distanza (radio, televisione, via satellite o via cavo, su reti telematiche, ecc.);

• Diritto di Riproduzione: tramite la moltiplicazione in copie dell’opera con qualsiasi mezzo;

• Diritto di Esecuzione, Rappresentazione, Recitazione o Lettura pubblica dell’opera: tramite la presentazione dell’ opera al pubblico nelle varie forme di comunicazione;

• Diritto di Distribuzione: mettendo in commercio l’opera;

• Diritto di Elaborazione: apponendo modifiche all’opera originale, come trasformazioni, adattamenti, riduzioni ecc.

In ogni caso, come si può intuire, una canzone produce un guadagno per l’artista solo quando ha un pubblico, ovvero quando viene riprodotta. In questo senso i diritti si dividono in 2 categorie principali:

• I DRM, diritti di riproduzione meccanica: Ovvero che provengono dalla musica che viene stamapta tramite supporti per l’ascolto (con i famosi Bollini SIAE);

• I DEM, diritti di esecuzione musicale: Ovvero che provengono dalla riproduzione della canzone in live ai concerti, tramite i media (Radio, Tv ecc) o anche negli esercizi commerciali (tramite i bordereau)

I guadagni derivati dai diritti d’autore provengono da diverse fonti, a seconda dell’utilizzo previsto per l’opera musicale prodotta. Ma non è solo questo che modifica quanto guadagna un artista grazie al copyright: la sua fama e il contesto in cui la canzone viene riprodotta incidono molto.

Ad ogni modo possiamo approssimativamente dire che:

• Un brano che viene “passato alla radio”, può valere oltre 60,00 €, da spartire poi con la casa discografica;

• La vendita dei prodotti musicali in vario formato (compact disc, vinili o download di musica in formato digitale) permetterà di guadagnare da 1,17 e 1,60 Euro per Disco o CD venduto e tra 0,11 e 0,16 Euro per il download. L’autore del brano invece può guadagnare 0,92 Euro per ogni disco venduto e 0,1 Euro per il download della canzone da internet;

• L’utilizzo televisivo di un brano riprodotto in TV come sottofondo, dipende dai patti tra le piattaforme televisive e la SIAE e ammonta a circa 100,00 Euro;

• L’utilizzo cinematografico dell’opera musicale come colonna sonora per un film destinato al grande schermo, produrrà un guadagno per l’artista anche fino a 100.000 Euro;

• La riproduzione in live a concerti ed eventi dipenderà dalla grandezza dell’evento stesso;

• L’utilizzo negli esercizi commerciali varia a seconda del guadagno generato dall’attività che utilizza la canzone.

Negli ultimi tempi la comparsa delle piattaforme musicali di streaming ha portato ad un’apertura del mercato senza precedenti. Di fatto questo effetto è stato generato dalla possibilità di distribuire la propria musica senza dover sostenere costi di produzione esagerati.

In questo modo molti emergenti hanno avuto la possibilità di accedere al mercato senza passare dalle etichette discografiche. Come? Grazie ai distributori digitali.

I distributori digitali permettono di portare la propria musica sulle piattaforme digitali di streaming, che al giorno d’oggi sono il metodo d’ascolto più utilizzato.

Ma attenzione ad esultare troppo presto, c’è un rovescio della medaglia da considerare: l’ascolto digitale è la fonte di guadagno meno redditizia tra tutte. Come abbiamo spiegato nel nostro articolo sui guadagni derivati da spotify.

Per questo chi è all’inizio e si lancia sullo streaming preferisce evitare di sottostare alle etichette, che trattengono parte degli introiti.

Ma rispondiamo alla domanda delle domande: Si può ottenere il 100% delle royalties dagli ascolti streaming?

Assolutamente sì: con Distrokid!

Distrokid è un distributore digitale che ti permetterà di:

• Controllare tutte le piattaforme da un’unica dashboard

• Avere la spunta blu di Spotify

• Mantenere il 100% delle royalties

Tutto questo a soli 19,99$ l’anno. Se ti iscrivi per la prima volta, utilizza il nostro codice sconto che trovi qui sotto, per te un ulteriore 7% di sconto.

Mi chiamo Luca Oliveri, sono un Producer / Compositore.
Aiuto artisti, producer e musicisti a realizzare i propri progetti musicali, offrendo consulenze ed offrendo servizi di produzione musicale, mix e mastering audio.