Anche se siete dei pischelli il nome ABBA dovrebbe dirvi qualcosa, giusto? GIUSTO?!

Gli Abba sono stati una leggenda della musica anni ’80, nel bene e nel trash. D’altronde quelli erano anni di spalline fotoniche, pantaloni di pelle argentati e capigliature che al confronto la coda di un pavone è una cosetta sobria.

Per farvi capire il mood guardatevi questo video:

Gli Abba: un po’ di storia

L’ultimo album del gruppo risale al 1981, quarant’anni fa.

Ma gli Abba (dal nome dei quattro membri del gruppo Agnetha, Benny, Bjorn, Anni-frid) hanno venduto a livello mondiale qualcosa come 400 milioni di copie. Mica bruscolini.

Difficili da inquadrare come genere, si potrebbe parlare di Europop, alcuni si spingerebbero a dire Rock, ma è un tantinello tirata per i capelli come assegnazione di genere.

Fatto sta che il gruppo già nel 1974 raggiunge il successo internazionale grazie alla vittoria dell’Eurvision con la canzone “Waterloo”.

Avete presente un qualsiasi film anni ’80? Ecco, probabilmente una delle canzoni della colonna sonora è degli Abba.

Poi nel 1982 il gruppo si sciolse a causa del divorzio delle due coppie che componevano il gruppo.

E degli Abba non si è saputo più niente, fino ad oggi.

Il ritorno degli Abba

Il 2 settembre gli Abba hanno fatto il grande ritorno, per la gioia dei loro fan ultranovantenni (si scherza) che hanno iniziato a lanciare dentiere e tirato fuori dalla soffitta il loro grammofono per sentire i nuovi pezzi del quartetto scandinavo.

Peccato che la musica sia stata diffusa in digitale tramite Spotify, spiaze boomer.

I due pezzi sono “I still have faith in you” e “Don’t shut me down”. La seconda non è niente male ed è a tutti gli effetti un pezzo resuscitato dagli anni ’80 con un tocco di modernità.

La cosa davvero interessante è che il ritorno degli Abba non si ferma a due singoli (ovviamente, parliamo di un progetto che raccoglierà milioni di eurozzi).

Ci sarà un nuovo album, Voyage, che uscirà su tutte le piattaforme di streaming il 5 novembre e un concertone a Londra dove a cantare sarannò degli avatar virtuali, e ringiovaniti digitalmente, degli Abba.

Il quartetto sarà accompagnato da una band di dieci componenti che si esibirà in una location adattata alle esigenze degli Abba: il Queen Elizabeth Olympic Park a Londra.

Come sono stati creati gli Avatar?

La cosa volendo è un po’ creepy al limite del cringe.

In poche parole, gli avatar sono basati sulle movenze degli Abba contemporanei durante le loro sessioni di registrazione in studio, ma l’aspetto fisico sarà quello di quarant’anni fa.

Se aggiungete il fatto che il gruppo è anche composto da due coppie divorziate la cosa diventa un po’ weird.

L’idea sarebbe quella di far tornare indietro nel tempo i vecchi fan e di mostrare ai nuovi (sì proprio tu!) quanto erano fighissimi gli Abba in gioventù.

Il concertone consisterà di ventidue canzoni e durerà un’ora e mezzo, ovviamente ci saranno anche i pezzoni storici degli Abba tipo questo:

La cosa figa è che se avete Spotify potete sentirvi la playlist in esclusiva e ascoltarvi l’intervista a Bjorn Ulvaeus, membro della band.

Gli Abba in numeri

Per darti un’idea del successo del super gruppo svedese eccoti alcuni numeri:

due canzoni degli Abba, “Dancing Queen” e “Gimme! Gimme! Gimme!” sono nelle 100 canzoni degli anni ’70 più ascoltate su Spotify.

Ad oggi, più di 45 milioni di playlist create dagli utenti contengono almeno una canzone degli ABBA.

Gli ascoltatori sono sparsi in tutto il mondo, le nazioni che amano di più il quartetto pop sono gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Germania e poi l’Olanda, il Canada, la Svezia (la patria del gruppo) e il Messico (pensa te).

Un dato a dir poco incredibile è che la fascia d’età degli ascoltatori più accaniti degli Abba su Spotify è tra i 18 e i 24 anni!!!!

via GIPHY

E noi che pensavamo che il pubblico medio degli Abba fosse ormai in età da pensionamento, invece nein! Tutto sbagliato!

Un altro dato interessante è che dal 2014 in poi gli streaming degli Abba sono aumentati del cinquanta per cento, quindi sempre più persone li ascoltano.

Allora… qui le cose sono due, o voi regazzuoli avete creato profili Spotify fake per i vostri nonni, mentendo spudoratamente sulla loro età anagrafica, e quindi ci ritroviamo con un esercito di arzilli vecchietti con pantaloni a zampa di elefante e dentiera con luci strobo tipo febbre del sabato sera

OPPURE

Ti senti gli Abba come non ci fosse un domani e non ce l’hai detto!

va bene dai, su su, pat pat, non c’è niente di male a sentirsi gli Abba, sempre meglio di Gigi d’Alessio.

Tanto lo sapevamo già, che sotto la doccia metti a palla dancing queen e la canti a squarciagola, inutile nascondersi.

OK, è tempo di una conclusione strappalacrime e con una morale oldschool, tieniti forte:

Questi dati sono in realtà interessanti perché mostrano un aspetto spesso sottovalutato della musica. Con l’avvento delle piattaforme di streaming e del loro dominio commerciale, molti hanno iniziato a pensare che non ci sarebbe stato più posto per la musica “vecchia”, certo le scopiazzature di musica anni ’80 abbondano, ma la musica nativa di quel periodo sembrava destinata a sparire col pensionamento di chi l’ascolta (tipo i nostri genitori).

Il presente sembrava in mano ad Achille Lauro e il suo look che oseremmo definire da abuso edilizio. Invece questi dati ci dicono che gruppi come gli Abba continuano a piacere (escludendo i profili creati dai nipoti per i nonni con età farlocche). Non solo, a nessuno conveniva il successo di un gruppo inattivo da quarant’anni, e invece eccoci qua. Questo dimostra che l’industria musicale, pur in mano a pochi pezzi grossi, continua comunque a ruotare attorno a quello che la gente ascolta e fortunatamente a volte non è il pezzo sparato da ennemila radio tutta l’estate ad averla vinta nella gara per gli ascolti.

Ok, fine della storia strappalacrime.

Ora schiacchia questo bottone viola! E mixiamo insieme la tua musica, facciamo uscire fuori il tuo sound anni ottanta!

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Luca Oliveri

Mi chiamo Luca Oliveri, sono un Producer / Compositore.
Aiuto artisti, producer e musicisti a realizzare i propri progetti musicali, offrendo consulenze ed offrendo servizi di produzione musicale, mix e mastering audio.

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