In un altro articolo ti ho parlato di quanto un artista emergente può aspirare a guadagnare con Spotify e altre piattaforme di streaming musicale.

Il problema però è ancora molto attuale, dato che durante il lockdown gli incassi di Spotify sono andati via via aumentando.

La questione è questa:

com’è possibile che Spotify incassi milioni di euro e continui a pagare 0,00437$ per stream

La parola a Spotify

A Spotify devono aver preso parecchio sul serio le polemiche su quanto (poco) la piattaforma svedese paghi i suoi artisti in royalties.

Tanto sul serio da aver creato un sito appositamente per rispondere a domande relative a quanto si guadagna per ogni ascolto, al perché la piattaforma non paghi di più per stream e altri dubbi legittimi che un po’ tutti gli artisti presenti su Spotify hanno sollevato.

Quello che segue è in parte un traduzione e in parte una rielaborazione delle risposte fornite dal sito Loud and Clear (dove la piattaforma svedese risponde ai dubbi di cui ho detto sopra).

1 Lo streaming fa guadagnare solo le grandi star della musica?

Lo streaming ha cambiato il mondo della musica, su questo non ci piove.

La risposta principale di Spotify è che grazie allo streaming il processo di diffusione della musica si è democratizzato tantissimo. Ad oggi, grazie alla piattaforma svedese anche un musicista emergente, con un buon seguito social e con un buon marketing, può raggiungere un pubblico internazionale e arrivare a fare ascolti fino a qualche anno fa impossibili per un artista emergente.

“In 2020, over 76,000 artists were added to Spotify playlists for the first time, the large majority of which were discovered through our playlist pitching tool, which is freely available to all artists. Also, as of 2020, 57,000 artists now represent 90% of monthly streams on Spotify — a number that has quadrupled in just six years. That means a growing and increasingly diverse group of artists are finding fanbases.” fonte: Spotify Loud & Clear FAQs

Nel 2020, più di 76,000 artisti sono stati aggiunti alle playlist di Spotify per la prima volta, la grande maggioranza dei quali è stata scoperta grazie al tool per mandare un pitch a spotify, disponibile gratuitamente per ogni artista. Inoltre, al 2020, 57,000 rappresentano il 90% degli streaming mensili su Spotify – un number che è quadruplicato in soli sei anni – il che significa che un numero sempre maggiore e sempre più differenziato di artisti sta trovando una propria fanbase.

2 Come è calcolato lo streamshare di Spotify?

Cos’è lo streamshare?

Con questa parola si intendono i dividendi che la piattaforma paga agli artisti che contribuiscono al suo successo con la propria musica.

Lo streamshare varia in base alla nazione.

Ogni mese il team di Spotify calcola quante volte la musica di proprietà di un “right holder” (il proprietario dei diritti d’autore, che sei tu musicista o l’etichetta con cui hai firmato) è stata ascoltata, streamata. Dopodiché questa cifra viene divisa per il numero totale di stream in un paese, come l’Italia.

Quindi se la tua musica è stata ascoltata una volta su 1.000 ascolti in Italia, riceveresti 1 su ogni 1000$ pagati ai “right holder” in Italia. I soldi sono presi da un pool, cioè da un fondo stanziato per uno specifico paese. L’entità di questo fondo per pagare i diritti d’autore (le royalties) dipende da due fattori, gli incassi che Spotify ottiene dal mercato italiano tramite marketing e il numero di iscritti.

3 Quanto si guadagna davvero con Spotify?

nonostante quello che molti pensano, Spotify sostiene di non pagare gli artisti un tot per ogni ascolto.

La piattaforma svedese ha due fonti di guadagno principali:

  1. gli iscritti a Spotify premium
  2. gli incassi derivati dagli inserti pubblicitari

Circa i 2/3 di questi incassi sono poi girati agli artisti o alle etichette in possesso dei diritti (le royalties) per la musica che viene ascoltata sulla piattaforma.

Questo “gruzzolo” è il “Royalty pool”, un fondo da cui vengono presi i soldi per pagare gli artisti, detta molto terra terra.

Quanto spetta ad ogni artista?

questa cifra è calcolata in base allo streamshare, per capire meglio cosa sia leggi sopra, ma in breve è la porzione di ascolti totali in uno specifico paese che un artista riesce a ottenere con la sua musica.

QUINDI

Spotify non paga per stream, ma in base alla fetta di “Royalty pool” per ogni singolo paese che tu riesci ad accaparrarti.

In pratica se la tua musica è talmente buona da prendersi, poniamo, il 20% degli ascolti totali in Italia, ti prenderai il 20% del royalty pool per l’Italia.

spotify

4 Perché con Spotify si guadagna meno che con altre piattaforme?

Ad oggi chi si abbona ad una piattaforma di streaming musicale non paga a canzone, ma un tot al mese, a pacchetto insomma.

Quindi parlare di quanto si guadagna con Spotify a canzone, o ad ascolto è sbagliato.

Il modo giusto per calcolare quanto potresti guadagnare è dividere l’ammontare del royalty pool (il fondo per i diritti d’autore) per un certo paese per il numero di ascolti che hai totalizzato con la tua musica.

Anche se la cifra appare molto scarsa, secondo il team di Spotify rimane comunque il miglior modo per massimizzare i guadagni sia per gli artisti che per la piattaforma stessa. Ecco alcuni fattori che contribuiranno all’aumentare progressivo dei guadagni per gli artisti sulla piattaforma:

  • Alto numero di ascolti: l’utente medio di Spotify ascolta molta più musica su questa piattaforma che su altre. Questo significa che stando sulla piattaforma svedese hai più chance di trovare fan, vendere merch, e far conoscere la tua musica rispetto a qualsiasi altra piattaforma
  • Pubblico globale: Spotify è molto più popolare in paesi con prezzi più bassi (frase un po’ vaga), il che farebbe sembrare il guadagno di un artista su questa piattaforma più basso rispetto a piattaforme che non si concentrano su mercati con prezzi più bassi (quindi escludiamo gli USA). Anche questi mercati più “economici” via via crescono e il loro “Royalty Pool” aumenta, e quindi dovrebbero aumentare i guadagni per gli artisti
  • La presenza degli Ad: a differenza delle altre piattaforme, Spotify ha due versioni, una premium e una free che prevede l’inserimento di spot pubblicitari. Se dovesse togliere la versione free molti utenti cercherebbero altri servizi gratuiti, mentre ad oggi molto utenti free dopo un po’ passano alla versione premium, che a detta di Spotify è il modo migliore per aumentare gli incassi collettivi del mondo della musica.

Quindi conviene rimanere su Spotify?

Insomma, alla fine dei conti conviene Spotify o piuttosto una piattaforma come Tidal?

Il discorso è sempre lo stesso, Spotify è una cassa di risonanza pazzesca, un palcoscenico globale che fino a qualche anno fa era impensabile per un artista emergente.

Ma non puoi pensare di usare Spotify come fonte di guadagno primaria per la tua musica. Se poi sfondi e fai milioni di stream, ottimo, vuol dire che ti beccherai una percentuale più consistente del Royalty pool! Ma è importante diversificare le tue fonti di guadagno, perché aldilà di quello che dicono a Spotify, dubito che in futuro i guadagni cresceranno ad un punto tale da permetterti di poter vivere solo delle royalties di Spotify.

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Luca Oliveri

Mi chiamo Luca Oliveri, sono un Producer / Compositore.
Aiuto artisti, producer e musicisti a realizzare i propri progetti musicali, offrendo consulenze ed offrendo servizi di produzione musicale, mix e mastering audio.

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