Oggi andiamo a vedere come battere l’algoritmo di Spotify e soprattutto come funziona e come sfruttarlo per far crescere i vostri ascolti sulla piattaforma!

Il mistico magico algoritmo di Spotify

Per battere l’algoritmo di Spotify la prima cosa da fare è una sola: scoprire come funziona l’algoritmo di Spotify, ovvio no?

La parola algoritmo ormai dovrebbe esservi familiare. Youtube, Instagram, Facebook, il funzionamento di qualsiasi Social Media è basato su un algoritmo (google incluso, è grazie a lui se hai trovato questa pagina e stai leggendo queste parole).

Il fatto è che ogni algoritmo è bello a mamma sua, ogni piattaforma ha le sue particolarità. Quali sono quelle di Spotify?

L’algoritmo della piattaforma di music streaming svedese si chiama BaRT (“Bandits for Recommendations as Treatments”).

Il suo scopo:

Far sì che chi ascolta su spotify continui a farlo, e lo faccia nel modo migliore possibile, ascoltando la musica che gli piace di più. Magari ascoltando le vostre playlist!

Come?

  • I vostri ascolti passati e i vostri like (Stile, genere, mood)
  • Skip (meno skippate una canzone e più quella viene suggerita)
  • Tempo di ascolto (più avanti vedremo che i primi 30 secondi sono cruciali)
  • Presenza nelle Playlist (leggetevi il nostro articolo su come entrare in una playlist di Spotify!)

Come battere l’algoritmo di Spotify, ovvero: non farsi skippare e beccarsi un bel cuore verde!

Disclaimer: oltre al nome non si hanno molte informazioni ufficiali su come funzioni l’algoritmo di Spotify, per ovvi motivi i creatori della piattaforma non vogliono dare ai concorrenti informazioni sul suo funzionamento, tantomeno su come battere l’algoritmo.

Quindi, i suggerimenti che leggerete sono basati su informazioni raccolte a forza di tentativi, spulciando il sito di Spotify e sperimentando con la piattaforma. 

Il primo parametro

da tenere in considerazione sono ovviamente i like.

Si tratta di un parametro esplicito, nel senso che in questo caso l’utente sta direttamente dicendo a Spotify “mi piace questa canzone!”. Il discorso vale anche se la canzone viene scaricata per essere ascoltata in offline (se avete un account premium).

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Un parametro direttamente collegato

è quello dello skip rate (il tasso di skip).

Questo è invece un parametro implicito. Se chiunque ascolti il vostro pezzo skippa dopo pochi secondi allora ho brutte notizie per voi: non farete molta strada su Spotify, occhio!

Questo non significa assolutamente che la vostra musica non sia buona, semplicemente un algoritmo è un algoritmo, non un umano, se rileva un alto tasso di skip il vostro pezzo non sarà molto considerato da Spotify.

Quello che conta per il funzionamento dell’algoritmo di Spotify (BaRT) è il numero di salvataggi per ascolti, questa è la statistica che usa.

Altri parametri

Sono i follower, le inclusioni in playlist e perfino i link ai vostri pezzi (su Spotify) in giro per il web (es. Storie Insta, blog e qualsiasi altra menzione),

E quindi come faccio a battere l’algoritmo di Spotify? La regola dei 30 secondi

Per capire come funziona l’algoritmo di Spotify è fondamentale capire un altro parametro implicito

la capacità di una canzone di essere ascoltata oltre il trentesimo secondo. 

Se entro i primi 30 secondi il vostro pezzo sarà skippato per Spotify sarà come se neanche fosse stato ascoltato, dico sul serio, non sarà conteggiato come ascolto. 

No buono!

Come detto sopra, non stiamo invitando a fare musica per piacere ad un algoritmo,

ma se siete arrivati fin qui probabilmente volete riuscire a far crescere la vostra musica sulla piattaforma e volete capire come funziona e come battere l’algoritmo di Spotify!

Per farlo dovete essere strategici!

Quei 30 secondi iniziali sono cruciali, perciò realizzare un’intro con 25 secondi di silenzi o rumori ambientali potrebbe non essere un’ideona, a meno che non stiate facendo un pezzo ambient, chiaro!

In generale dovreste pensare a quei 30 secondi come la prima pagina di un libro.

Quando un potenziale lettore deve capire se leggere un libro, legge la sinossi e magari anche la prima pagina.

In a 2015 interview with Quartz, Spotify product director Matthew Ogle, who has since left the company, mentioned that skipping before the 30-second mark is the equivalent of a thumbs down for the Discover Weekly playlist.

“In un’intervista del 2015 con Quartz, il direttore di Spotify Matthew Ogle, che nel mentre ha lasciato la compagnia, ha dichiarato che skippare prima dei 30 secondi è equivalente ad un dislike all’interno della Discover Weekly Playlist.”

Fate in modo di mettere il meglio in quei 30 secondi. Questo non significa stravolgere un pezzo, ma far sì che già dai primi secondi si capisca la qualità, il vostro stile, quello che voi avete e altri non hanno! 

Questo non solo a livello di songwriting o registrazione, ma anche a livello di mixing e mastering. Quando la vostra canzone parte, l’ascoltatore deve fare un bel “OH! BEH! AMMAZZA!”. Ecco quindi un modo per provare a battere l’algoritmo di Spotify.

Anche in questo caso le cose vanno fatte con criterio. Se siete un pianista e volete emulare Ludovico Einaudi non è che dovete far diventare i primi 30 secondi della vostra canzone qualcosa tipo “Il volo del Calabrone” di Korsakov:

Quello che dovete fare è non sottovalutare la “prima pagina” del vostro pezzo, al contrario, dovete prestargli il massimo dell’attenzione, se volete fregare BaRT!

Come funziona l'algoritmo di Spotify (e come batterlo!)

Battere l’algoritmo di Spotify 2: la prima impressione è quella che conta

Un altro parametro importante per capire come funziona l’algoritmo di Spotify sono le reazioni che la vostra canzone sarà in grado di generare nelle prime 24 ore dal caricamento sulla piattaforma.

I 3 fattori fondamentali in questo caso sono:

  • Picco di ascolti
  • Un basso tasso di skip
  • Tempi di ascolto elevati

Se la vostra canzone se la cava bene in tutte e tre le categorie, ottimo! 

Qui quello che conta è il saper creare hype attorno a quella canzone! Se ci riuscirete potreste battere l’algoritmo di Spotify.

Fate in modo che alla release del pezzo tutti i vostri follower, o anche amici, parenti, cugini, nonni, zii e chi vi pare siano pronti a salvare (mettere like) la vostra canzone, a condividerla via social e ascoltarla a manetta!

Come funziona l'algoritmo di Spotify (e come batterlo!)

Dimmi che genere ascolti e ti dirò chi sei

Ultimo punto importante da capire per il funzionamento dell’algoritmo di Spotify è il genere del vostro pezzo. Chi cerca su Spotify spesso non cerca una canzone specifica ma un genere, un mood, una certa atmosfera. 

Per questo, per battere l’algoritmo di Spotify è importante tenere a mente in quale genere si andrà poi a collocare la propria musica. 

Lo si può fare usando i tag per i generi e i sotto-generi nel vostro profilo Spotify Artist.

Ah! Un’ultima chicca, Spotify ha messo a disposizione uno strumento di analytics per qualsiasi musicista registrato sulla piattaforma. Usandolo avrete tutti i dati che vi servono su quanto sono ascoltati i vostri pezzi, per quanto tempo, se sonon in trending e così via.

come battere l'algoritmo di spotify

La cosa più importante non è battere l’algoritmo di Spotify!

Forse a parlare tanto di algoritmi vi è preso lo sconforto, dopotutto la musica è fatta di emozioni (ecco che parte la sviolinata melensa), passioni e follia. 

Tutte robe umane. 

Ma bisogna fare i conti con la realtà, ormai le piattaforme digitali sono ovunque e se da un lato può essere difficile abituarsi e capire come funzionano, dall’altro permettono davvero a chiunque di essere ascoltato e di far arrivare la propria musica ovunque!

Per oggi è tutto, spero che la guida sia servita a farvi capire meglio come funziona l’algoritmo di Spotify.

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Come funziona l'algoritmo di Spotify (e come batterlo!)

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Ora che hai capito come funziona l’algoritmo di Spotify potrai batterlo, ma prima dovrai arrivare sulla piattaforma. Per farlo ci sono diversi metodi, uno tra questi sono i distributori di musica digitali.

Grazie a questi servizi potrai portare la tua musica su tutte le piattaforme di streaming, compreso Spotify, senza dover passare da un’etichetta discografica.

Noi, come molti altri addetti ai lavori, consigliamo di utilizzare Distrokid come distributore, con il quale potrai avere:

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Luca Oliveri

Mi chiamo Luca Oliveri, sono un Producer / Compositore.
Aiuto artisti, producer e musicisti a realizzare i propri progetti musicali, offrendo consulenze ed offrendo servizi di produzione musicale, mix e mastering audio.

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